Mellomania - La dimensione verticale della Valle di Mello
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- Le sponde del Ferro
- Lo sperone Mark
- Precipizio degli Asteroidi
- Il cerchio di gesso 7L . 2 . R2/3 . VI-/A2 . **
- Piedi di piombo 7L . 2 . R/S3 . VII+ . ****
- Fripedi Cecilia 6L . 2 . R3/S2 . VII-/Ao . *
- Arkè 7L . 2 . R/S3 . VI+ . *
- Sole che ride 6L . 2 . R/S3 . VII- . *
- Self control 7L . 2 . R/S2 . VII- . **
- Amplesso complesso 7L . 3 . R4 . VII+ . ****
- Anche per oggi non si vola 12 L . 3 . S2/3 . VII+/A1 . **
- Oceano irrazionale 12 L . 3 . R2/3 . VII-/A0 . ****
- Placca della Nuova Dimensione e Trapezio d'argento
- Brontosauro
- Sperone degli Gnomi
- Sarcofago
- Sponde del Qualido
- Le dimore degli dei
- Dal silenzio degli apolidi a Big bambù 3L . 1 . R3 . VI/A2 .
- L'albero delle pere 8L . 2 . R2/3 . VI-/A1 . *
- Il pilastro del Bastogene 8L . 2. R/S3 . VII/A1 . *
- Il risveglio di Kundalini 11L . 2 . R2/3 . VI . ****
- Cochise 4L . 2 . S2/3 . VII- . **
- La serpe ripresa 9L . 3 . R3/4 . VI-/A2 . **
- Il giardino delle bambine leucemiche 5L (+3) . 2 . R3 . VI- (+A2) . **
- Placche del Giardino
- Placche di Patabang
- Scoglio delle Metamorfosi
- Placche dell'Alkekengi
- Area Cà Rasica
- Sperone dell'Onda e Oasi
- Per saperne di più
Le sponde del Ferro
Via Gossemberg di sinistra 2L (+4) . 1 . R2 . IV .
P.Gossemberg 1978
Si potrebbe definirla come una piacevole ravanata tra erba, arbusti e roccette, dal gradevole sapore di passeggiata verticale, che può terminare quando si vuole: dopo i primi due tiri, oppure proseguendo fino a incontrare il sentiero che sale in Val del Ferro. Ci sono molte possibilità di deviare il percorso per entrare nel suggestivo camminamento che l'acqua, con paziente lavorio, si è creata nei millenni, rosicchiando al granito - granello dopo granello tonnellate di materiale. Una lezione di pazienza senza pari.
Lo scivolo 2L . 1 . S2/3 . VII+ .
M. Hunziker, E.Treier 1984 (parzialmente dall'alto)
Una delle placche più levigate della valle. Tettino a metà del primo tiro, oltre il quale iniziano i guai. Più abbordabile il secondo tiro. Attrezzatura vetusta.
Mixomiceto 2L . 1 . R2 . VI . *
A.Gogna, I.Guerini, G.Merizzi, G. Miotti - 1977
Via "cult" di medio livello fino a un po' d'anni fa, oggi abbastanza fuori moda. La valle in effetti riserva ben altre sorprese, ma lo sbuffo della cascata costituisce pur sempre un bel colpo d'occhio. Placche e fessurina rovescia che termina in un diedro mansueto. Il resto non ha storia.
Index 1L . 1 . R3 . VI .
A.Boscacci, 1978
Banco di prova per testare i nervi, in vista di ben altre scorribande. Meglio non abusare delle proprie energie mentali, per non rischiare di mandare a monte una vacanza a lungo sognata. Una corda dall'alto servirà allo scopo. Chiaramente questo consiglio farebbe inorridire l'apritore.
Gossemberg di destra 3L . 1 . R2/3 . IV .
P.Gossemberg, 1978
Come l'omonima di sinistra, anch'essa può tradursi in un breve escamotage per la fuga dalla folla, o una lunga e improvvisata cavalcata di più tiri verso un estemporaneo punto d'arrivo
Lo sperone Mark
Prifis 4L . 1 . R3 . IV .
I.Guerini, M.Mazzucchi - 1976
Altra via della prima ora, caduta del tutto nel dimenticatoio. Riserva un ambiente inusuale, pressoché vergine, con una salita tutta da inventare in lungo obliquo a destra, attraverso facili placche, dopo un altrettanto agevole saltino iniziale. Buona per un approccio all'aderenza sprotetta.
Il lamone e le sue placche 4L (+2) . 1 . S2 . 6a+ .
M. e D. Soldarini - 1994
Brutto esempio di mercificazione: spit anche a lato di fessure facilmente proteggibili, sovrapposizione nei tiri alti con la storica "Prifis", riattrezzatura recente per la valorizzazione. Come non bastasse la roccia è sporca di licheni e di terra: un'idea inutile, buona solo come specchietto per le allodole. Che brutta involuzione per la valle delle meraviglie...
Precipizio degli Asteroidi
Il cerchio di gesso 7L . 2 . R2/3 . VI-/A2 . **
Selezione all'ingresso costituita dal superamento di una fascia di vegetazione veramente invadente e fastidiosa: tronchi marci e muschio viscido nel canale d'accesso, sopra il primo tiro, poi spine e rovi nelle cenge che traversano a sinistra. Da qui la via diventa progressivamente sempre più interessante. Fessurine e diedri, fino al grande tetto obliquo: un vero spettacolo. Oltre il tetto iniziano placche infinite, che si superano prima con una bella fessura, poi con rampe intelligenti che aggirano i tetti. Una via strana, ma pur sempre la prima dell'Altare: a torto snobbata, qualche ripetizione in più potrebbe migliorare lo stato della parte bassa. Portare tanti chiodi e friends e ... maglie a manica lunga.
Piedi di piombo 7L . 2 . R/S3 . VII+ . ****
D.Facchinetti, A.Farina, G.Prina, R.Prina, C.Valtorta 1985 (parzialmente dall'alto)
Non bisogna farsi ingannare dal modesto sviluppo, perché questo itinerario richiede un notevole impegno, sia perché riserva qualche passaggio assai duro, che per l'esiguità del numero delle protezioni presenti (di gran lunga inferiore rispetto a quelle riportate dalle relazioni). Le due lunghezze iniziali della fessura strapiombante sono molto fisiche; poi si esce e bisogna immediatamente cambiare registro, impostando la classica arrampicata delicata d'aderenza. La lunghezza successiva agli strapiombi è un traverso a destra col passo finale semi-sprotetto poco sotto la sosta. I tiri successivi sono ancora delicati, ma si viaggia sulle ali del crescente entusiasmo, legato alla bellezza dell'arrampicata e dell'ambiente. Visione eccezionale sull'appicco del Precipizio. Per cordate veloci e preparate è possibile continuare con qualche via soprastante.
Fripedi Cecilia 6L . 2 . R3/S2 . VII-/Ao . *
F.D'Alessio, D.Andrich, P.Andrich 1994 (parzialmente dall'alto)
Viaccia da dividere in due parti, separate dall'innocuo torrentello che scende dalla Val Livincina. La prima su placchette bruttine, con qualche passo mellico dovuto più che altro al fatto che l'attrezzatura originaria è stata massacrata da qualcuno o qualcosa e la poca che rimane obbliga a passi di testa. L'attacco è da evitare aggirando la balza lungo il sentiero d'acceso alla cengia del Precipizio. La seconda parte invece ha più carattere, gli spit (tanti) al posto giusto e quindi si può godere della roccia come un'arrampicata in falesia. Cosa c'entri questo con la storia della valle è un altro discorso, per cui valgono le stesse considerazioni fatte per "Anche per oggi non si vola", che pur si sviluppa in ambiente di tutt'altra bellezza. Evitare giornate ventose e fredde, perché la gola convoglia correnti poco salutari.
Arkè 7L . 2 . R/S3 . VI+ . *
D.Facchinetti, L.Moro, G.Prina - 1984
Un altro itinerario abbastanza desueto, il primo a percorrere le placche a sinistra dell'Occhio, attrezzato a spit in maniera molto spartana (qualche tassello nuovo nella prima parte, dove è stata tracciata una variante diretta ai primi tiri; per il resto materiale arrugginito in pessimo stato). Non si riesce a dargli una identità ben precisa perché, nel tentativo di assicurare la progressione nel mare di granito, si finisce per incagliarsi su roccia non sempre bellissima, su erbacce improbabili e abbondanti e - in qualche caso - in salvifici alberelli. Un viaggio-avventura che si risolve nel girovagare per le placche incredibili sotto gli strapiombi del Precipizio. Possibilità di concatenare la via con "Le corna non fan peso", giusto per rimanere in tema vegetal-muschioso.
Sole che ride 6L . 2 . R/S3 . VII- . *
A.Marini, G.Maspes, M.Sertori - 1989
E' erroneamente indicata come la via più facile del Precipizio, forse perché ha una partenza mansueta. In realtà il tiro chiave, quello dell'arco rovescio, è parecchio rognoso, sia per le difficoltà intrinseche, che per essere spessissimo bagnato; in quelle condizioni, con le suole umide, diventa abbastanza imbarazzante trovarsi a impostare il lungo traverso, con protezioni non proprio vicine, che porta sotto una rigola nerastra. Se anch'essa è bagnata, si può agevolmente mantenersi ai lati, onde evitare di sgusciare in quella specie di toboga.
Self control 7L . 2 . R/S2 . VII- . **
D.Facchinetti, L.Moro, G.Prina, E.Prina 1984 (parzialmente dall'alto)
Bella via assai varia perché presenta nei primi tiri alcune fessure e diedri da proteggere, mentre nella seconda parte si sviluppa su belle placche compatte, al centro della parete, con attrezzatura a spit non esagerata ma nemmeno assassina. E' anche una delle vie più abbordabili del Precipizio, più omogenea ma mediamente più facile di "Sole che ride". Come per tutte le vie di questo settore termina (o la si fa terminare) alla base del diedro di "Le corna non fan peso".
Amplesso complesso 7L . 3 . R4 . VII+ . ****
P.Masa, J.Merizzi, E.Olivo, P.Panatti - 1981
Tra tutte le vie percorse nell'arco alpino a questa spetta di diritto la palma della più folle. Nella propria biografia Jacopo Merizzi non fa mistero riguardo allo spirito che animava il gruppo di esploratori: i ragazzi saltavano da una placca all'altra, con fare dissacratore e smitizzante (contrastante in maniera così netta con le difficoltà che andavano ad affrontare), infischiandosene del fatto che, prima o poi, il giochetto avrebbe potuto avere un brutto epilogo. Probabilmente fu proprio questa sana incoscienza a renderli più resistenti della forza di gravità. Quando percorsi con due ignari compagni le lunghezze di biotite, li vedevo straniati dalla realtà, appiattiti come e più di quanto appaia Piera Panatti nella nota fotografia scattata durante la prima ascensione. E riuscii ad aggiungere il mio misero contributo alla follia non solo portando a casa la pelle, cosa di per sé non proprio scontata, ma trovando un'uscita diretta al secondo muretto, per andare a riguadagnare l'improbabile vena che sembrava riaffiorare dal nulla. Ma poi, vista la malparata, senza possibilità di attrezzare la benché minima sosta, mi toccò fare un penoso diedro-front verso l'uscita originaria; di quella e di tutte le altre scorribande dei folletti mellici resta, come in ogni fiaba che si rispetti, solo la polvere di cristallo sotto i piedi dei sognatori.
Anche per oggi non si vola 12 L . 3 . S2/3 . VII+/A1 . **
F.D'Alessio, R.Davò, L.De Vecchi 1987 (parzialmente dall'alto)
In mezzo a tanti splendidi viaggi nel semi-ignoto, questa linea lascia un po' di amaro in bocca. Sarà per quei due tiri che superano l'ultima parte dello strapiombo, in maniera assai forzata, oppure per la presenza di tanti spit (probabilmente ne conta più questa via di tutti quelli presenti altrove sul Precipizio). La parte più divertente è il muretto del secondo tiro e la sezione terminale, dove sembra di tornare finalmente a navigare in un mare pietrificato, senza approdi scontati.
Oceano irrazionale 12 L . 3 . R2/3 . VII-/A0 . ****
I.Guerini, M.Villa - 1977
Dire qualcosa di originale sulla celeberrima opera dell'Ivan, dopo che si sono spesi fiumi d'inchiostro per decantane la bellezza e ricostruire le vicende storiche, sarebbe davvero difficile. Quindi meglio astenersi dal ripetere le solite banalità e semplicemente invitare a percorrerla: magari a settembre o meglio ancora a ottobre, in un giorno infrasettimanale, in solitudine, accompagnati solo dal rumore lontano dell'acqua o dallo sguardo vigile di un camoscio nascosto tra la vegetazione. Tentare di riassaporare le sensazioni della scoperta di un micro-cosmo incantato.
Placca della Nuova Dimensione e Trapezio d'argento
Stomaco peloso 2L . 1 . R3 . IV+ . **
Per chi non è abituato all'atmosfera mellica una salita di pelo, senza grosse possibilità di protezione; per altri una camminata da farsi a mani in tasca, magari a piedi nudi o con le vecchie Timberland. Anni fa un gruppo di spagnoli camminava in discesa, giusto per reclamizzare la "gomma cocida" e pagarsi il lungo viaggio di ritorno. Normalmente è l'anticamera del Trapezio d'argento.
Bitter Lemon 3L . 1 . S3 . VII- . **
Capita spesso di spostarsi di qualche centimetro e vedere che la placca più banale diventa quasi impossibile. In questo caso un'altra salita propedeutica, con tratti pelosi e un'uscita da evitare se la colata muschiosa è bagnata.
Idea del cavolo 2L . 1 . S3 . VI+ . **
Il nome la dice lunga; un po' più facile della precedente, è una specie di divertissement dall'aria non proprio innocua.
Alba del Nirvana 5L . 1 . R3 . VI . **
I.Guerini, P.Gossemberg - 1976
Una delle vie più divertenti della valle, con successione di muretti, fessure e diedrini, sotto un impressionante tetto obliquo, che contraddistingue buona parte del percorso. Di delicato c'è il passo del terzo tiro per superare un muretto, protetto da uno spit malconcio, aggiunto molti anni dopo, che richiede un minimo di self-control. Per i meno temerari questo tratto è evitabile percorrendo la facile successione di fessure della via "La signora del tempo", più a destra, sostando al termine delle lame e raccordandosi al diedro grazie a un semplice tiro aderenzoso.
Morti viventi 1L . 1 . R2 . VI+/A1 .
F.Boffini, J.Merizzi - 1980
Murfida variante d'uscita dell'Alba del Nirvana, quasi tutta da attrezzare con friends medi; consente di sbucare all'apice della struttura e gustarsi un boschetto molto generoso nella stagione adatta.
Brontosauro
Le risposte di Bakunin 6L . 1 . R2/3 . VI- . *
A.Boscacci, J.Merizzi - 1978
Divertente sequenza di placche e fessure, con sviluppo in buona parte da inventarsi e, di conseguenza, dal sapore vagamente esplorativo. Qualche fessura e in prevalenza placche, per uno sviluppo modesto.
Sperone degli Gnomi
Okone - 3L . 1 . R2 . IV+ .
P.Gossemberg, C.D'Amato - 1978
Una delle vie più insignificanti, che si dimenticano in fretta, sequenza di alberelli e roccette facili, il cui unico merito sta nello sbucare fuori dalla vegetazione per sognare un tuffo nel bidè della contessa.
Tunnel diagonale - 4L . 1 . R2/3 . V . *
I.Guerini, P.Belgeri, M.Piattoli, B.Borsi - 1976
Insolita e ombrosa linea di fessure e caminetti, che servono giusto come assaggio e deja vu di qualche passo sulle vie più celebri. "Poi, improvvisamente, apparve la luce ..."
Alien - 2L . 1 . R2 . VI- . *
A.Gogna - 1980
Non è poi così malaccio questo diedro nascosto dagli alberi e da un mega-tetto che soffoca un po' la progressione.
Sarcofago
Cunicolo acuto 3L . 1 . R2 V+ . *
I.Guerini, M.Villa, O.Zanaboni - 1975
Malgrado non riscuota più grandi favori, vale sempre la pena percorrere il cunicolo che vide l'imberbe Guerini inaugurare la più mitica delle stagioni della valle. Sono tre tiri di tipologia completamente differente; il primo un grottone bagnato dal facile approccio. Il secondo un camino stretto e malagevole; il terzo una bella sequenza di fessure parallele, che infine conducono sul groppone del gigante pietrificato. Come buona parte delle strutture minori, anche il sarcofago è immerso in un bosco silente di faggi maestosi e pini alteri, un ambiente in cui è ancora possibile, con un minimo di attenzione, riconoscere la presenza di qualcosa oltre al sensibile. E allora la roccia si rianimerà...
Sponde del Qualido
Aqualong . 4L . 1 . S2 . VII . *
P.Vitali, S.Brambati - 1992
Classica via di pura placca, con movimenti sinuosi e delicati attraverso le rocce lisciate dall'acqua e dal ghiaccio. Il bel laghetto che fino a un po' di anni fa serviva a refrigerare i piedi massacrati dalle pedule è stato sconvolto da un crollo di blocchi, che hanno imbruttito il luogo, già di per sé un po' tetro.
Le dimore degli dei
Dal silenzio degli apolidi a Big bambù 3L . 1 . R3 . VI/A2 .
A.Superti, G. Bonfanti - 2009 Divertissment (si fa per dire) per placche e tetti, misto di arrampicata di "pura sopravvivenza" e artificiale old style. Salire il primo tiro del Silenzio degli apolidi, al margine sinistro, fino al boschetto con chiodo arrugginito su muro nero. Superarlo e salire districandosi tra vegetazione spinosa, fino alle fessure ad arco. Scendere a sinistra in dülfer e sostare sul salto. Traversare a destra sotto il tetto in artificiale e poi per placca delicata e muschiosa fino alla S1 di Big bambù (doppia breve per tornare alla base).
L'albero delle pere 8L . 2 . R2/3 . VI-/A1 . *
A.Boscacci, G.Merizzi, J.Merizzi - 1977
Senza infamia e senza lode; una linea logica, lungo diedri e caminetti semi-nascosti dalla vegetazione; bello sbucare in alto e percorrere le placche solari di "Lucertole al sole". Come arrampicata ricorda un po' il "Tunnel diagonale" allungato di qualche tiro e con un'uscita più ... solare, per l'appunto.
Il pilastro del Bastogene 8L . 2. R/S3 . VII/A1 . *
L.Moro, G.Prina 1984 (parzialmente dall'alto)
Alcune interessanti lunghezze, logiche e divertenti, alternate a tratti un po' forzati, che risentono del fatto che la via è stata attrezzata parzialmente dall'alto. Molto bello il primo tiro, una fessura strapiombante continua molto fisica. Sicuramente non la si può annoverare tra le vie "must" della valle.
Il risveglio di Kundalini 11L . 2 . R2/3 . VI . ****
I.Guerini, M.Villa 1976
Il percorso più battuto del Masino non mostra segni di usura né di abusi; rimane inalterato il sapore di grande viaggio obliquo, seguendo il sentiero naturale che via via si apre davanti. Una successione incredibile di situazioni, con una continua alternanza di incastri, fessure, poi placche e diedri. Parecchi punti chiave, di fronte ai quali non è possibile barare: il diedro amaranto si evita solo con una classica uscita mellica in placca, verticalmente sopra la sosta. Sarebbe un delitto abbandonare i tiri dell'arco per il facile "cammino degli gnomi", anche perché l'illusione di aver superato l'ingaggio termina in fretta. Una uscita incredibile, sospesi nel vuoto.
Cochise 4L . 2 . S2/3 . VII- . **
G.Maspes, S.Mogavero, A.Sceresini - 1988
Bella variante ai tiri iniziali di Kundalini, lungo placche abbastanza ripide, molto lavorate dall'acqua. Una scorpacciata di funghi e di muretti aderenzosi non particolarmente ingaggiosi, ma molto scenografici. Consigliata la prosecuzione per Kundalini; scendere in doppia sarebbe un po' come fermarsi all'antipasto.
La serpe ripresa 9L . 3 . R3/4 . VI-/A2 . **
G.Bechoud, R.Bonelli, F.Madonna, J.Merizzi, G.Merizzi - 1979
Altro itinerario poco frequentato, di non facilissima individuazione nella parte bassa. Ha in comune con Kundalini il primo tiro; dalla sosta si prosegue sotto il tetto obliquo, mantenendosi bassi e arrivando a un boschetto sospeso. Si superano due diedrini marciotti e si raggiunge un altro boschetto dal quale, oltre una facile placchetta e aggirato uno spigolo a sinistra, si torna sulla parete principale. Qui inizia la fessura che ha dato il nome alla via, breve ma molto bella; segue un diedrino con tetto fisico (variante denominata "Suini al vento") che confluisce sui tiri terminali di Kundalini. Volendo percorrere l'uscita originale si devono superare placche sprotette e un tetto strapiombante, fino alle ultime gobbe. Un percorso-avventura di grande impegno.
Il giardino delle bambine leucemiche 5L (+3) . 2 . R3 . VI- (+A2) . **
I.Guerini, A.Balzarelli, M.Villa, U.Villotta - 1977
Storica salita, ingaggiosa per l'aleatorietà delle protezioni che, dopo i primi tiri in fessura (per la verità un po' guastati dall'erba) diventa assai difficile piazzare. Si traversa lungamente a destra, per placche delicate, fino a un punto da cui normalmente si scende in doppia, poiché la prosecuzione lungo la via originale obbligherebbe a una artificiale sporca su roccia infida e la variante della "Via per l'inferno" riesce, già dal nome, ad allontanare anche i più temerari.
Placche del Giardino
Verdegemma 3L . 1 . S2 . VI+ .
R.Fioravanti, E.Morlacchi - 1986
Sulle placche più addomensticate delle valle gli itinerari sono tutti uguali, monotoni e senza grande personalità. Manca l'ambiente, perché le placche si staccano appena sopra il fondovalle; manca l'ingaggio perché la chiodatura è quasi da falesia; il fatto che riscuotano un successo quasi esagerato, rispetto ai meriti, sembra ricordare il motto presocratico "la sapienza dei pochi, l'ignoranza dei più ..."
Fritzina 2L . 1 . S2 . VI+ .
A.Boscacci, F.Pollini - 1987
Come sopra
Lunaria 2L . 1 . S2 . VI+ .
A.Boscacci, L.Angelici 1989 (parzialmente dall'alto)
Come sopra
Placche di Patabang
Maggiociondolo+Pittbull 9L . 2 . S2 . 6a+/A2 . *
A.Marzorati, A. Gomba & C.
Combinazione casuale del primo tiro e mezzo della vecchia Maggiociondolo perfezionata con la più recente Pittbull, salendo fino al secondo spit della seconda lunghezza e calandosi per 7- 8m fino ad afferrare il lamone che porta sotto il primo tetto. Placche stupende, ambiente da fiaba quando ci si affaccia al balcone sospeso di Patabang. Il prezzo da pagare è un'artificialata sconveniente lungo i due tetti che sbarrano il cammino, con un ostico passaggio per uscire dalla metà del secondo. Non fosse che già nella preistoria si era risolto allo stesso modo il muro degli Oracoli di Ulisse, la via sarebbe da abiurare: promossa obtorto collo.
Raviolanda 12L . 3 . S/R3 . VII-/A0 . **
P.Vitali, A.Carnati, S.Brambati - 1986
Lungo e complesso percorso, dallo sviluppo complicato ma di grande soddisfazione. E'stata la prima via ad esplorare la parete a destra di Patabang, cui successivamente si sono sovrapposte nuove realizzazioni. Supera placche e strapiombini con arrampicata mista di aderenza e fessura, non estrema ma pochissimo attrezzata (soprattutto nella parte alta, dove qualche sosta va improvvisata su improbabili asperità). E' una via molto ingaggiosa, con un'uscita spesso bagnata, aggirabile con un traverso a destra in direzione di un maestoso bosco di pini e larici. Si può anche scappare a sinistra, a metà via, perdendosi la parte più avventurosa del tracciato.
Scoglio delle Metamorfosi
Gli Oracoli di Ulisse 10L . 3 . R2 . VII/A2 . ***
F.Boffini, A.Boscacci, J.Merizzi - 1978
Magnifica salita mista libera-artificiale in ambiente eccezionale. La linea si sviluppa sulla parte sinistra della parete, con grande esposizione, finché nell'ultimo tratto si sbuca sulle facili placche terminali. Malgrado qualche breve tratto quasi sempre bagnato, la roccia è di ottima qualità e la via segue un logico sistema di fessure e di tetti marcati. Particolarmente rilevanti il tiro orizzontale sotto il tetto, parzialmente chiodato e da integrare con friends e dadi e le due lunghezze successive, su diedri-fessure molto fisici e tecnici. A dispetto delle valutazioni poco lusinghiere date inizialmente dagli stessi primi salitori e poi rettificate, è una arrampicata di grande soddisfazione.
Luna Nascente 10L . 3 . R2/3 . VII . ****
A.Boscacci, M.Ghezzi, G.Milani - 1978
Trovare nell'intero arco alpino una sequenza così perfetta di fessure è davvero una rarità. Non a caso Luna si è guadagnata la fama che ha; fortunatamente, malgrado migliaia di ripetizioni ogni anno, la roccia è più dura dell'uomo e resiste integra e perfetta come alle origini. Il puro piacere del gesto, dato dalla sequenza di passaggi, uno più bello dell'altro, è accresciuto dal fatto che ci si deve proteggere con quello che si ha a disposizione, cosa peraltro facilissima, vista la regolarità della spaccatura. Un gioiello di inestimabile valore.
Polimagò 9L . 3 . R3/4 . VII- . *
P.Masa, J.Merizzi - 1979
Stratosferica e inebriante arrampicata, un condensato del meglio della valle; ogni tiro è un gioiello di perfezione. Dopo la prima lunghezza in comune con Luna Nascente ci si incunea in un diedro-camino aggettante molto faticoso, che è il prologo di uno dei più incredibili luoghi della valle: la lama sottile della Porta del Cielo. Quando si sbuca in cima al lastrone sembra di volare; segue una lunghezza tecnica che consente di superare due tettini e una placca lavorata. Indi un tiro interlocutorio, un po' contorto, cui seguono 45 metri di fessura entusiasmante, per buona parte da proteggere, continua e da affrontare con convinzione. Il tiro conclusivo, prima di rientrare in Luna, è il celeberrimo traverso sprotetto, non difficile ma molto psicologico, anche perché il passo più delicato è quello finale. Assolutamente da non perdere, con la dovuta preparazione.
Placche dell'Alkekengi
Mani di fata - 4L . 1 . S2/3 . VII . **
P.Vitali, S.Brambati, M.Giaccherio, O.Meloni - 1988
Quattro tiri che durano un'eternità, perché ogni passo deve essere studiato, assorbito, guadagnato. Placche pure, con un unico intermezzo sotto il tettino del terzo tiro. Una classica situazione in cui una chiodatura più generosa avrebbe tolto alla via gran parte del fascino che si è guadagnata; un po' come è successo in altri luoghi, completamente snaturati e ridotti a una monotona sequenza di movimenti da uno spit all'altro. Possibilità di continuare lungo "Il Pascolo", ottenendo combinazioni dal significativo sviluppo.
Area Cà Rasica
Via Ivonne - 9L . R/S2 . 2 . 6a/b .
M.Vannuccini, M.Esposito, F.Forni, F.Giordano, M.Pedrazzoli - 2007
Non è questa la Val di Mello che conosciamo. Idea interessante, risultato controverso, con accenni di globalizzazione rampicante. Qualche bella lunghezza, spezzata da cenge erbose; andamento eccessivamente zigzagante, un po' forzato. Note tecniche: l'ultimo tiro e mezzo si trasforma in un torrente nei periodi post-pioggia; il terzo è lungo quasi 60 m e le corde fanno un attrito impossibile (perché la sosta è fuori posto); nel quinto il bordo del tetto si sbriciola sotto le mani; nel secondo molte lame superficiali sono state spezzate. Altrove potrebbe essere meno imbarazzante, ma visto il contesto c'è qualcosa che stona. Che fine ha fatto il "gioco-arrampicata" ? Commerciale...
Sperone dell'Onda e Oasi
Il gioco dello scivolo . 4L . 1 . R3 . IV . *
I.Guerini, M.Mazzucchi - 1977
Un vero gioco a metà strada tra l'arrampicata e l'escursionismo su placca; prime lunghezze facilissime, poi qualche ostacolo solo nel superare il muretto finale che porta sulla schiena pietrificata dell'ultimo gigante addormentato. Ci si può calare e raggiungere Uomini e topi, in modo da ottenere un discreto dislivello. Il luogo ha perso un po' di mistero da quando le valanghe hanno iniziato a spazzare il canalone della Val Torrone, abbattendo la vegetazione e mettendo allo scoperto pregi e difetti di questi angolo remoto.
Uomini e topi . 7L . 2 . R3 . IV+ (VI- variante Baader) . **
G.Miotti 1977 J.Merizzi, G.Fiorelli - 1978
La valle dovrebbe iniziare da lì, viste le difficoltà modeste, invece l'Oasi è il punto d'arrivo dei più tenaci e curiosi. Il luogo è bellissimo e ormai ben poco frequentato, a differenza degli anni d'oro, in cui non era infrequente vedere addirittura campeggi attrezzati alla base delle placche. Ne guadagna l'ambiente, che ha conservato una certa integrità, anche per il fatto che per arrivarci bisogna camminare più di un'ora. Dopo le facili lunghezze iniziali si entra in un diedro, sovente bagnato (che può essere aggirato a destra con la più difficile variante Baader), oltre il quale il percorso è abbastanza diretto, lungo fessure e placche, intervallate da magiche oasi di larici. Altrettanto bella e selvaggia la discesa per il bosco rado che sovrasta il sentiero per l'Alpe Pioda.
Per saperne di più
- I.Guerini, Il gioco arrampicata della Val di Mello, Ed. Zanichelli 1979
- A.Boscacci, Val di Mello, Ed Tamari 1980
- A.Gogna, Cento nuovi mattini, Ed. Zanichelli 1981
- G.Miotti-L.Mottarella, Sul granito della Valmasino, Ed Melograno 1982
- A.Gogna-G.Miotti, Dal Pizzo Badile al Bernina, Ed. Zanichelli 1984
- P.Masa-J.Merizzi, 9000 metri sopra i prati, Ed. Egeria 1985
- C.Zecca-P.Corti, Val di Mello, Ed Stefanoni 1988
- L.Angelici-A.Boscacci, Mello, Ed. Albatros 1990
- G.Maspes-G.Miotti, Masino Bregaglia Disgrazia, Ed. Guide dalle Guide 1996
- AA.VV., Arrampicate sportive in Valtellina e Valchiavenna, Ed. Versante Sud 1999
- J.von Kaenel, Plaisir Sud, Ed. Filidor 2003
- P.Masa-J.Merizzi, 9000 metri sopra i prati (nuova edizione aggiornata), Ed. Stefanoni 2003
- M.Sertori-B.Lisignoli, Solo granito. Masino Bregaglia Disgrazia, Ed. Versante Sud 2007
- A.Gaddi, Masino Bregaglia. Regno del granito Vol II, Ed. Polaris 2009
- ALP n° 6
- ALP n° 179
- Pareti n° 1
- www.valdimello.it
- www.go-mountain.com
- www.paolo-sonja.net
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Imprimé le 2 août 2025 03:29