Pizzo Badile : Via Cassin
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Classica ascensione della grande parete NE del Badile, lunga ed impegnativa salita in ambiente severo, 1000m di sviluppo e oltre 30 tiri. Via molto frequentata.
Lo stile di Cassin non è quello di Comici o Detassis. La sua forza stava nell’intuizione su come e dove passare attraverso le pieghe deboli della parete, più che nella ricerca dell’estetica della salita. Così non ci si deve attendere una via esposta su placche esterne e compatte, come lo sguardo da lontano lascerebbe presumere: si passa invece per diedri, rampe e camini, che da lontano non s’indovinano. Poco evidente nella prima parte, sotto la cengia mediana, dove è facile perdersi, soprattutto dopo il dodicesimo tiro (lo schizzo indica una variante più a sinistra dell’originale). I tiri chiave sono i primi sopra la terrazza; ma anche i camini terminali, seppur discontinui, sono abbastanza ostici, anche perché spesso bagnati.
Varie possibilità d’uscita sullo spigolo: quella indicata, oppure la prosecuzione per due tiri verticalmente. L’uscita originaria, pericolosa e infida, è ormai abbandonata. In qualsiasi caso, dallo spigolo è necessaria un’ora buona per arrivare in cima.
Historique de l'itinéraire
Data della prima salita e cenni storico-ambientali
Cassin, Esposito, Ratti, Molteni, Valsecchi 1937
Sulla grandiosa parete nordest del Badile oggi si contano una ventina di vie. Pare che i grandi nomi dell’alpinismo, classico e moderno, abbiamo voluto a tutti i costi lasciarci – nel tempo – la propria firma. Iniziò il grande fabbro friulano, trapiantato a Lecco, con l’epopea che tutti conoscono, durata tre giorni e costata due vite: quelle dei “rivali” Molteni e Valsecchi, che a metà parete si legarono, ormai esausti, con la cordata guidata dal Riccardo. Il maltempo fece il resto e gli sfortunati non sopravvissero. Le prime ripetizioni furono diluite nell’arco di decenni: poi da metà degli anni ’70 diventarono così numerose che se ne perse il conto: la parete parve smitizzarsi. Ma il vero colpo di grazia venne dagli svizzeri con l’idea di attrezzare a fix tutte le soste. Dopo il periodo di relativo oblio negli anni ’90, oggi le cordate sono tornate numerosissime a ripetere la Cassin, attratte dal miraggio della sicurezza tecnologica, dimenticando che la montagna ha mille altre incognite.
Description
Avvicinamento e tempi complessivi
Da Laret (1300 m) si sale alla Capanna Sasc Furà (1900 m). Molte cordate optano per il pernottamento qui, ma la logistica migliore è la seguente, visto che l’attacco originario è ormai abbandonato. Proseguire per il sentiero che, utilizzando il Viale, traversa alla Capanna Sciora. Abbandonarlo poco prima del valico e proseguire per placche e gande in direzione dello spigolo Nord (possibilità di incontrare qualche nevaio a inizio stagione). La progressione si fa più alpinistica nell’ultimo tratto, con qualche breve canalino da risalire, fino al colletto che separa la parete nordest dalla nordovest, in prossimità dell’ attacco dello spigolo. Qui vi sono parecchie possibilità di bivacco (acqua da recuperare durante la salita). Da Laret circa quattro ore. Soluzione da preferirsi per la bellezza solitaria del luogo e perché consente di attaccare freschi al primo sole, evitando la lunga e faticosa risalita al buio dalla Capanna. Scendere in arrampicata (II grado) per un’evidente canale, raggiungere la esile cengia che solca la parete, traversare fino al nevaio pensile che a inizio stagione può rappresentare un problema (ramponi indispensabili se non si riesce a passare nella fenditura tra la neve e la roccia) e raggiungere il diedro sovrastante. Mezz’ora dal colletto.
Per la via calcolare 7-8 ore.
Discesa
- In doppia lungo lo Spigolo N su calate attrezzate; calcolare almeno 3 ore per rientrare al colletto. Poi discesa alla Capanna Sasc Furà.
- In doppia lungo la Via Normale del versante meridonale, su calate attrezzate, e discesa al Rifugio Gianetti.
Dal rifugio Gianetti vi sono due possibilità: - seguire il comodo sentiero che in 2ore e 30 porta a Bagni di Masino e coi mezzi pubblici ritornare all’auto a Laret.
- risalire W e poi NW su sentiero segnalato al Passo Porcellizzo Nord, scendere (possibile nevaio, ramponi utili) sul versante opposto (alta Val Codera), traversare al bivacco Pedroni-Dal Prà 2577m e salire N per un ripido canalino al Passo della Trubinasca 2700m , donde con discesa (nevaio, ramponi utili) su ghiaioni e detriti si giunge alla base della parete NW del Badile e alla Capanna Sasc Fourà (6 ore ca).
Da qui, discesa a Laret.
Percorso lungo, laborioso e da individuare.















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Imprimé le 17 juin 2025 14:20