Sass Maor : Via Solleder
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Lunga e complessa ascensione, richiedente intuito e velocità. Le difficoltà tecniche non sono eccessive, ma alcuni passi particolarmente esposti richiedono buona esperienza e preparazione fisica adeguata. La roccia è nel complesso buona, a tratti addirittura ottima, anche se non si può pretendere che sia compatta dall'inizio alla fine. Il tracciato è molto logico e abbastanza intuitivo, malgrado sia abbastanza tortuoso, almeno nella prima parte. La via è abbastanza ripetuta ma, ciò nonostante, la chiodatura non è mai abbondante.
Historique de l'itinéraire
E. Solleder e F. Kummel, 1926
Per inquadrare il valore di un uomo vissuto tanto tempo fa non abbiamo altra alternativa che avvicinarci alle sue opere. Emil Solleder entra nell'immaginario collettivo degli alpinisti prima di qualunque altro, grazie alla realizzazione più importante della sua vita: la via che percorre la parete della grande Civetta. Le altre salite restano un po' in ombra rispetto a quell'impresa; ivi compresa, a torto, anche l'altrettanto importante via che aprì sul Sass Maor. Se c'è un itinerario in cui affiora senza ombra di dubbio la genialità è proprio questo. Intendiamoci: le rampe iniziali o i camini terminali rientrano nel classico cliché dolomitico; ricerca della linea di minor resistenza attraverso muri assolutamente verticali, compatti, repulsivi. Sono i due tiri del famoso traverso a destra quelli che destano la maggior impressione; non hanno difficoltà estreme, ma il fatto che negli anni '20 del secolo scorso un arrampicatore avesse concepito l'idea di abbandonare i confortevoli spazi ristretti di un diedro per lanciarsi nel vuoto totale, su placche compatte quasi inchiodabili, dà la misura di quella che abbiamo definito genialità. Un tipo di arrampicata che allora era abbastanza aliena anche ai grandi, mentre è più vicina allo spirito dei giorni nostri: antesignana di quelli che sarebbero stati, di lì a poco, i capolavori di Comici e Detassis
Description
Avvicinamento
Dal parcheggio si segue la strada che si inoltra nella Val Pradidali e dopo circa 30 minuti si devia a sinistra per il Sentiero del Cacciatore, che presenta tratti esposti e attrezzati con corde fisse. Superato un primo risalto, si entra in un anfiteatro; il sentiero passa sul versante idrografico opposto e supera un breve strapiombo. Quando inizia a svoltare decisamente a sinistra (est) lo si abbandona e si torna verso il Sass Maor, traversando con molta attenzione per ripidi prati, fino al crinale erboso che contorna la placca d'argento. Lo si supera con esposti passaggi su erba e rocce, giungendo alla Sella della Banca Orba, luogo di indimenticabile bellezza. Da qui la rampa d'attacco è inconfondibile. Tre ore circa dal parcheggio.
Via
Da completare...
Vedere schizzo.
Discesa
Dalla cima si percorre in arrampicata la via normale, segnata a bolli rossi, fino al colletto compreso tra la Cima della Madonna e il Sass Maor. Da qui si scende lungo un evidente canalone, alternando alcune brevi calate in corda doppia a tratti facili in arrampicata, fino ad arrivare ai ghiaioni basali e incrociare il sentiero del Cacciatore. A destra si va in direzione del Rifugio del Velo, a sinistra si torna a Cant dal Gal.
Remarques
- 20 lunghezze
- Impegno: via superiore ai 500 metri, distante dal fondovalle, con ritirata complicata
- Attrezzatura: via alpinistica con protezioni tradizionali, mediamente proteggibile, con protezioni più rade, ma voli senza conseguenze (R2)
- Roccia: dolomia
- Difficoltà: V+ (obbl) // V+ TD
- Accesso stradale: Vicenza Bassano Primolano Fonzaso Fiera di Primero Rifugio Cant dal Gal parcheggio Piereni
- Logistica: Possibilità di bivaccare alla Sella della Banca Orba oppure in una grotta sottostante.
Matériel
Consigliabili due corde da 50 m, una serie di friends e dadi.
Ressources externes
S. Scalett e AA.VV., Pale di San Martino, Ed. Vesante Sud 2002
Manolo, Arrampicate scelte sulle Pale di San Martino, Ed. Zanichelli 1983


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Imprimé le 26 juin 2025 21:34